Ritrovamenti nei calanchi di Nirano
Il quadro geologico
Da "I beni geologici della provincia di Modena"
I terrazzi del Torrente Fossa
Lungo il Torrente Fossa, sia in sinistra sia in destra idrografica, sono ben evidenti più ordini di terrazzi che testimoniano le fasi di erosione e sedimentazione del corso d'acqua durante il Quaternario. Particolarmente evidente è il terrazzo più elevato in destra idrografica (quote comprese tra 170 e 220 metri), sul quale si erge il castello di Spezzano. I terrazzi, che compaiono in quest' era, possono essere indicati come climatici. Essi, infatti, sono costituiti da depositi che si sono accumulati durante le fasi fredde, e che sono stati profondamente incisi in quelle più calde, immediatamente successive. I periodi freddi sono quelli che corrispondono alle glaciazioni quaternarie, che anno lasciato traccia con depositi anche al bordo alpino della Pianura Padana; mentre le successive fasi più calde sono quelle che corrispondono ai cosiddetti interglaciali e al post-glaciale (Oleocene), I terrazzi più elevati e distanti dal corso d'acqua sono costituiti da depositi ghiaioso-sabbiosi, ammantati da loess (sedimenti eolici depositati in ambiente arido freddo) e contraddistinti da un suolo profondamente alterato e fortemente arrossato. Il corpo sedimentario è attribuito a più fasi d'aggradazione fluviale, avvenute tra il tardo Pleistocene inferiore e il Pleistocene medio, come risposta alle elevate portate solide del coso d'acqua, durante i periodi più freddi. Durante questi periodi, infatti, s'instauravano condizioni di resistasia nel bacino d'alimentazione del corso d'acqua con azioni d'erosione periglaciale molto intenso su aree pressoché prive di copertura vegetale. Ai successivi periodi interglaciali si deve attribuire il terrazzamento di questi depositi, incisi da intense fasi d'erosione fluviale, prodotta dalla sensibile diminuzione portata solida del fiume, per l'instaurarsi di condizioni di biostasia nel bacino d'alimentazione. In questo, infatti, si sviluppa negli stadi interglaciali, una copertura vegetale continua in seguito al miglioramento climatico e, di conseguenza, una riduzione d'erosione del bacino d'alimentazione. Durante l'ultimo massimo glaciale si è ripetuto l'intero ciclo di sedimentazione ed erosione fluviale che ha prodotto una seconda superficie a debole pendenza, interpretabile come un lembo di conoide alluvionale inciso, in seguito alle variazioni idrodinamiche del corso d'acqua, tra le fasi glaciali e post-glaciali. Questa superficie è localizzata in prossimità dell' alveo ed è elevata rispetto all'attuale fondovalle, di diversi metri, e distinta da questo da nette scarpate. Nell'attuale fondovalle, sono inoltre riconoscibili altre superfici terrazzate che testimoniano il perdurante processo di terrazzamento, con approfondimento dell'alveo del Torrente Fossa, durante l'Eocene. Il sito geomorfologico, discretamente conservato, può essere considerato tale secondo tre valenze. E' un modello d'evoluzione geomorfologica d'interesse regionale, poiché chiarisce i rapporti tra erosione e sedimentazione fluviale conseguenti ai cambiamenti climatici quaternari in tutta la regione tra Appennino e Pianura Padana, è inoltre da considerarsi esemplarità didattica ed esempio paleogeomorfologico d'interesse locale.
***
La località tipo del membro della Val Fossa (Brecce argillose di Baiso) e il contatto stratigrafico con le Brecce della Val Tiepido - Canossa
In affioramenti discontinui e corrispondenti ai calanchi di entrambi i versanti della Val Fossa, tra Torre delle Oche e Cerreto, si osservano le caratteristiche tipiche del membro della Val Fossa (Brecce argillose di Baiso) ed il loro contatto stratigrafico con le Brecce argillose della Val Tiepido-Canossa. Uno degli affioramenti più indicativi nell'area considerata, per osservare le caratteristiche litologiche e tessiturali del membro della Val Fossa, è ubicato a nord della strada che, dalla Val Fossa, sale verso Montegibbio sul versante sinistro. Dalla strada, guardando verso nord, è possibile osservare una serie di calanchi caratterizzati da argille nerastre, con clasti lapidei e pelitici più chiari, dispersi in modo caotico entro le masse argillose. Nella parte inferiore dei medesimi calanchi, compaiono anche lembi di Argille varicolori, reletivamente integre. Il deposito di brecce deriva da frane per colata di fango e detrito, generatesi in ambiente sottomarino, probabilmente durante l'Eocene superire. Il materiale franato è principalmente derivato dalle Argille varicolori di Cassio, del Cretaceo superiore. I lembi integri di Argille varicolori rappresentano corpi di frane in massa, messe in posto assieme ai depositi di colata. Il membro della Val Fossa, per l'area qui considerata, rappresenta il primo litosoma sedimentato sulle Liguridi, dopo la Fase tettonica ligure dell'eocene inferiore-medio. Un secondo, interessante affioramento si osserva a nord del precedente, nel versante destro della valle, dove nella parte basale si possono osservare le brecce argillose scure, con pochi clasti litoidi, del membro della Val Fossa. Verso l'alto, esse passano stratigraficamente a brecce argillose chiare, con numerosi clasti litoidi, prevalentemente calcarei, vale a dire le Brecce argillose della Val Tiepido-Canossa. Gli affioramenti descritti sono particolarmente interessanti, in quanto ubicati nell'area tipo del membro della Val Fossa, (Brecce argillose di Baiso) e per la possibilità di osservare rapporti stratigrafici con altri depositi di colata epiliguri. |
Copyright
© 2010 Damiani Ivan. Pubblicato da "Lonardi Ing. Gian Luca".
Tutte le fotografie e gli altri materiali di questo sito sono protetti da
copyright, se volete usarli siete pregati di contattarci per avere il permesso.