La rupe di Pompeano
Il quadro geologico Da "I beni geologici della provincia di Modena"
L' ofiolite di Pompeano
Quest'affioramento ofiolitico è situata nella media valle del T. Rossenna, non distante da Serramazzoni; emerge dalla campagna circostante, costituita di argilla (Complessi di base), in quanto meno soggetto, rispetto a queste, all'azione agli agenti atmosferici. Sulla sua sommità (596 m) si possono vedere i resti di un castello del se. XIII, purtroppo in cattivo stato di conservazione. Il borgo di Pompeano sottostante è stato costruito in parte sulla roccia affiorante. L'affioramento è caratterizzato da scarpate, con l'altezza superiore ai 5 m, che circondano quasi completamente l'abitato; tali scarpate sono formate per morfoselezione. Da ricordare che, con accesso dal lato nord dell'affioramento, in prossimità della base di questo, è presente un'interessante cavità (la cosiddetta "Grotta Tassoni"), con sviluppo di 100 me dislivello variabile tra +7.5 m e -16 m; essa ha origine tettonica ed è stata ampliata da un movimento franoso presente sul lato sud, a contatto tra le Argille a Palombini di base e l'ofiolite. La cavità intercetta la falda freatica a contatto con l'ofiolite e le argille di base; nella parte più bassa della cavità si forma un piccolo specchio d'acqua, in comunicazione con le sorgenti presenti all'esterno. In quest'area è ospitata una comunità vegetale spiccatamente xerofila, costituita oltre che da alberi quali acero minore (Acer monspessulanum) ed il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), anche da specie erbacee, quali Sedum maximum e Seprevivum tectorum. L'affioramento di Pompeano (150 m di dimensione massima) è costituito da serpentiniti, massicce o sotto forma di brecce con clasti di varie dimensioni, di colore variabile dal verde cupo al nero; al pari delle altre serpentiniti del modenese, sono costituite da una pasta microcristallina irrisolvibile ad occhio nudo, entro la quale risaltano cristalli più grossi, caratterizzati da una buona sfaldabilità e lucentezza, riferibili principalmente a bastite, varietà di serpentino che si forma per trasformazione dei pirosseni. Le serpentiniti, dove è stata più intensa l'alterazione superficiale, mostrano struttura foliata, in altre parole discontinuità planari legate a deformazioni plastiche avvenute a livello di mantello superiore, tipico delle peridotiti ofiolitiche(peridotiti tettoniche). L'osservazione microscopica permette di affermare che la serpentinizzazione ha agito con intensità variabile sulle originarie peridotiti, e, dove è stata più intensa, i minerali magmatici sono stati sostituiti completamente da nuovi minerali, stabili a bassa temperatura, come serpentino di tipo antigoritico, con tipica struttura a maglie, formatosi dall'olivina, e bastite, fermatasi dall'ortopirosseno, oltre a magnetite e talco (presente in isolate piccole concentrazioni) producendo varietà litologiche estreme che macroscopicamente si presentano di colore verde di varia tonalità, percorse da una fitta venatura nera di magnetite (le così dette ranocchiaie). Il solo minerale magmatico che sopravvive all'alterazione è lo spinello di cromo, che tuttavia mostra incipienti trasformazioni in magnetite lungo i bordi e lungo le fratture dei cristalli. Dove la serpentinizzazione è stata parziale, sono conservati i minerali magmatici sotto forma di relitti e, da queste litologie, è possibile trarre delle informazioni sulla natura della peridotite originaria. La sua composizione, riferibile a quella di una harzburgite, appare molto eterogenea all'osservazione microscopica. Essa è costituita da:
Lo spinello verde, più alluminifero di quanto normalmente determinato nelle peridotiti ofiolitiche, la presenza di plagioclasio che compare solo nelle peridotiti delle Liguridi esterne, e di anfibolo che non fa parte della mineralogia delle peridotiti appenniniche, rendono le rocce di Pompeano alquanto anomale: la loro composizione è riconducibile a quella di un mantello superiore, arricchito in componente "basaltica" e quindi suscettibile di generare, per fusione parziale, magmi basici tipo E-MORB, presenti nel modenese (vedi schede basalti) . La serpentinite di Pompeano è molto simile per composizione a quella di Varana e sasso morello. Successivamente alla serpentinizzazione, la roccia è stata attraversata da soluzioni acquose di bassa temperatura, che anno depositato talco e carbonati in vene; queste, assieme alla peridotite sepentinizzata, sono state smembrate a causa dell'orogenesi appenninica che ha portato alla scomparsa del bacino della Tetide e alla messa in posto sul continente (obduzione) di frammenti della crosta oceanica giurassica. Durante il trasporto, la serpentinite di Pompeano ha interagito meccanicamente con le rocce sedimentarie che si erano depositate sul fondo della Tetide, pure obdotte sul continente, e si sono formate brecce poligeniche (visibili in prossimità dell'abitato di Pompeano, alla base della parete meridionale dell'affioramento), composte in prevalenza da clasti serpantinitici e subordinatamente da frammenti di calcari mocritici di colore avorio e di argilliti nere fittamente scagiettate. L'affioramento di Pompeano può essere considerato come un frammento del materiale di mantello superiore che, per fusione parziale, generò i magmi basaltici del modenese. Questo frammento rappresenta un testimone della storia evolutiva del mantello "tetideo", in quanto "registra" informazioni sui diversi processi che lo anno interessato dall'originaria posizione nel mantello superiore fino alla sua attuale giacitura. |
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© 2010 Damiani Ivan. Pubblicato da "Lonardi Ing. Gian Luca".
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